sabato 22 aprile 2017

Il lavoro degli “homines” di Mesoraca nella “regia fabrica” del castello e delle mura di Crotone di Pino RENDE - STRALCIO





Il cantiere di costruzione delle mura di una città in una miniatura medievale.


Alla metà del Cinquecento, la costruzione delle nuove fortificazioni di Crotone, concepite secondo la nuova tecnica dell’arte della guerra determinò, nel breve volgere di circa un decennio, la trasformazione radicale del territorio dell’antica città, determinandone l’allontanamento repentino dagli elementi che l’avevano caratterizzato durante il periodo medievale ed il passaggio ad una fase moderna della sua storia.
In questa occasione, numerosi furono gli apporti che noi oggi possiamo rilevare attraverso i “cunti”, “libri”, “notamenti”, “manuali seu giornali” e “quaterni” “de fabrica” che gli ufficiali regi compilarono, scrivendo le migliaia di fogli che ancora si conservano presso l’Archivio di Stato in Napoli (ASN).
Tra tali apporti, particolare fu quello fornito dagli uomini di Mesoraca. Un contributo cospicuo e determinante che evidenzia gli antichi legami che univano i due centri.



Il pericolo turco

Dopo la presa di Otranto da parte degli Ottomani (11 agosto 1480), il sovrano aragonese Ferdinando II ordinò di fortificare e munire alcuni luoghi marittimi del regno, particolarmente importanti dal punto di vista strategico-militare. In questo quadro ebbero inizio i lavori di rifacimento delle fortificazioni del castello e della città di Crotone, relativamente ai quali ci informano alcuni incunaboli relativi agli anni 1484-1486.

In tali documenti, pochi sono i mesorachesi che compaiono al lavoro nella “frabica”. Oltre a “Cola pectinato de mesoraca” che lavorò “in ditta frabica allo maniyare dela calce la p.a mano” (ASN, Fs. 196 fslo 1, f. 6v; fslo 2, inc. 2, f. 4), rinvieniamo solo la presenza di “Iohanni de triolo” o “tiriolo”, “monaco de misuraca” impegnato “ad perinchiri la frabica de terreno” (ASN, Fs. 196 fslo 1, f. 31v; fslo 2, inc. 2, f. 43).

Più nutrita appare invece la presenza dei mesorachesi tra i fornitori di legname della regia corte. Presenza che, oltre a segnalarsi in occasione dei numerosi approvvigionamenti di “tavule”, “trava”, “intinnole”, “tiyilli” e “marugii” che furono largamente utilizzati durante questi lavori, si evidenzia anche nella fornitura di alcuni manufatti in legno come “Cati” e “barili”.

Il primo maggio del 1485 “bamunti de turi de mesoraca” fu pagato per aver fornito “sey Cati” alla “rasoni de grana uno et meczo luno” e “para quact.o de barili ad rasioni de grana quact.o lo barili” (ASN, Fs. 196 fslo 2, inc. 3, f. 9) mentre, nel mese di aprile, “Iohanni lice de mesoraca” fornì “uno cato per la marrami” che gli fruttò 2 grana (ASN, Fs. 196 fslo 3, f. 6v).



Gli obblighi dell’università

Nel periodo Svevo, Mesoraca risulta tra i territori soggetti a fornire prestazioni per il riparo del castrum imperiale di Santa Severina (Pratesi A., Carte Latine di Abbazie Calabresi provenienti dall’Archivio Aldobrandini pp. 399-403).

Alla metà del Cinquecento, durante i lavori di rifacimento del castello e delle mura della città di Crotone, l’università di Mesoraca contribuì ai lavori portando alla “fabrica” quantità prestabilite di materiale da costruzione che, per il quadrimestre luglio-ottobre 1542, assommò a 3000 tomola di calce “ad ragione de ducati sidichi lo miglaro” e 25 canne di pietra.


All’inizio dei lavori, in relazione alle prestazioni cui era obbligata nei confronti del sovrano e riguardanti la fornitura di buoi da lavoro, l’università versò alla regia corte ducati 52, corrispondenti allo “precio de para dui de boi taxati per la R.ia fabrica” (ASN, Fs. 196 fslo 6, f. 4).

Verso la fine del 1542, invece, in relazione ad un “accordio” stipulato con la regia corte, le università convenirono di versare a quest’ultima una somma corrispondente al valore dei materiali che avrebbero dovuto consegnare.

Per l’università di Mesoraca l’esborso fu di “ducati cento Cinquanta de pagarnosi in potere del sup.to pagatore in tre tandi supraditti, et sono per accordio fatto dela calce et pet.a dovea contribuire ditta uni.ta alla ditta regia frabbica” (ASN, Fs. 196 fslo 5, f. 179v).

In occasione di tali contribuzioni, figurano il sindaco Cola de Capua (02.09.1541 e 09.11.1542), Ioanber.no Caivano (20.10.1541), il sindaco Nutio o Notio de Biasi (05.05.1542) ed il sindaco Io : Antonio Molinaro (09.11.1542) (ASN, Fs. 196 fslo 4, f. 5; fslo 5, f. 179; fslo 6, ff. 4, 61, 279).

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